La Comunione Spirituale

La Comunione Spirituale

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Quando per motivi vari non possiamo partecipare alla messa fisicamente e ricevere la Comunione sacramentale allora possiamo fare la Comunione spirituale. In questi tempi di pandemia di covid-19 può essere utile cercare di capire meglio la preziosità della Comunione spirituale.

La Comunione spirituale è una Comunione sacramentale nel desiderio, ma è più che un desiderio di ricevere l’Eucaristia. Rahner diceva che: «La comunione spirituale procura realmente il frutto e l’utilità del sacramento», perché vi sia fede e amore vero nel farlo. Essa non è un semplice pensiero o immaginazione ma una esperienza vera di unione con Cristo. Essa fa sentire di più il desiderio della Comunione sacramentale.
Santa Teresa di Gesù diceva: «Quando non potete fare la Comunione, né ascoltare la Messa, potete fare la comunione spirituale, che procura grandissimo beneficio». Anche sant’Antonio M. Claret la raccomandava: «Se con fede viva desideri comunicarti, comunicati spiritualmente… fa silenzio, adora e consegnati a Gesù senza riserva».

La Comunione spirituale può essere fatta ovunque: si può fare anche in un istante e quante volte si vuole, ma in ogni caso deve essere vera Comunione. Conviene perciò che per riuscire a goderne i frutti vi sia un certo raccoglimento per poter stabilire una vera comunione di pensieri e di affetti con il Signore e così, se si può dire, permettere una fusione del nostro io con il suo, dei suoi sentimenti con i nostri. Non è una cosa magica ma un momento che unisce di più a Dio e che santifica. Buona cosa è farla quando si partecipa alla messa via tv o internet al momento della comunione: si può cercare di farla con attenzione.

Rahner afferma che «il luogo per eccellenza della comunione spirituale è la chiesa e il suo momento privilegiato è quello in cui la persona è inginocchiata davanti al Santissimo Sacramento». (La Comunione spirituale si può fare in qualsiasi momento del giorno e in qualsiasi luogo del mondo, ma, certamente, il momento più appropriato è quello della visita e adorazione a Gesù sacramentato). Perfino viaggiando o lavorando, possiamo stare in adorazione davanti a Gesù sacramentato. «Se voi praticate il santo esercizio della comunione spirituale parecchie volte al giorno, in un mese vi troverete completamente cambiati» (san Leonardo).
Santa Caterina di Siena ebbe una visione. Vide Gesù con due calici che le disse: «In questo calice d’oro pongo le tue comunioni sacramentali e, in questo d’argento, le tue comunioni spirituali. I due calici mi sono graditi». La beata Agata della Croce diceva: «Se il confessore non mi avesse insegnato a fare le comunioni spirituali, non sarei vissuta». Santa Caterina di Genova diceva: «O Gesù, desidero tanto la gioia di riceverti e di stare con te, che mi pare che se morissi ritornerei in vita solo per riceverti». Forse hai anche tu queste ansie. «Come il cervo anela all’acqua viva, così l’anima mia sospira te, o Dio. La mia anima ha sete di Dio» (Sal 41, 2).

Vi sono luce e grazie che si irradiano continuamente dal tabernacolo. Da qui, Gesù irradia ondate di tenerezza su di noi e ci avvolge con il suo amore. In ogni momento, ci sta dicendo: «Io ti amo, ho bisogno di te, vieni a me».
Per questo, padre Pio da Pietrelcina ci raccomanda: «Durante il giorno chiama Gesù in mezzo alle tue occupazioni. Fai un volo spirituale fino al tabernacolo, dove ti trovi, quando non puoi stare là con il tuo corpo… e abbraccia spiritualmente l’Amato della tua anima». E il venerabile Andrea de Betrami diceva qualche cosa di simile: «Dovunque ti trovi, pensa costantemente al Santissimo Sacramento. Fissa i tuoi pensieri nel tabernacolo, anche di notte, quando ti svegli nel sonno. Offrigli quanto stai facendo in ogni momento. Installa un cavo telegrafico dalla tua casa alla chiesa e, appena puoi, invia messaggi di
amore a Gesù sacramentato
». Diceva sant’Antonio Maria Claret: «Avrò una cappella fabbricata in mezzo al mio cuore e in essa, giorno e notte, adorerò Dio con un culto spirituale».

Siamo adoratori perpetui di Gesù, sia pure spiritualmente. Per Gesù non ci sono distanze. Quindi possiamo vivere in adorazione continua ventiquattro ore al giorno, facendo sì che la nostra anima sia orientata all’Eucaristia. Comportiamoci come quei cattolici delle isole Kiribati in Oceania, che si riunivano tutte le domeniche in piazza per adorare Gesù Eucaristia, presente nelle chiese di Tahiti a 5.000 km di distanza! Stiamo anche noi con il cuore e la mente in Gesù sacramentato. E, perché ciò sia più efficace, possiamo chiedere al nostro angelo custode che sia sempre vigile, in adorazione eucaristica per noi e ce lo ricordi costantemente durante il giorno. Possiamo dirgli spesso la preghiera: «Santo Angelo custode, corri veloce al tabernacolo e fai compagnia in mio nome a Gesù sacramentato».

Possiamo anche chiedere a tutti i santi e agli angeli e alle anime del Purgatorio… insomma, a tutti coloro che, in qualsiasi momento del giorno o della notte, stanno in adorazione eucaristica, di fare adorazione anche per noi. E, poiché siamo tutti UNO in Cristo Gesù, Egli lo renderà possibile. Abbiamo tanta fame di amare Gesù da poter dire: «Il mio cuore e la mia carne esultano di gioia per il Dio vivo» (Sal 83,3).
Quest’ansia era talmente grande che faceva gioire e soffrire i santi. Santa Caterina da Siena diceva al suo direttore: «Ho fame, per amore di Dio, date alla mia anima il suo nutrimento». E santa Margherita Maria Alacoque udì da Gesù queste parole: «Figlia mia, il tuo desiderio di comunicarti è penetrato tanto profondamente nel mio Cuore che, se non avessi istituito questo sacramento di amore, lo farei ora per farmi tuo cibo. Provo un piacere così grande nell’essere desiderato che, tutte le volte che il cuore formula questo desiderio, io lo guardo per attirarlo a me».

Fonti:

(estratti modificati del libro): p. Angel Pena, Gesù Eucarestia, l’amico che ti aspetta sempre.

Sito. Amicidomenicani.it